Le piattaforme online di segnalazione anonima, all’interno di società, istituzioni…e organizzazioni, pubbliche o private, che si riconoscano nel principio/forza della legge e nel concetto di responsabilità (rule of law – accountability) hanno costituito, sempre più di frequente, lo strumento idoneo all’emersione di comportamenti, di varia natura e a vario livello, illeciti o contrari alle norme. Ciò è tanto più evidente ed efficiente in quei paesi cosiddetti “a democrazia avanzata”, per lo più in nord Europa, dove questi concetti hanno una larga base di diffusione e consenso tra le lavoratrici e i lavoratori e, più in generale, nella cittadinanza.
Ma in Italia e, nello specifico, al Maeci c’è questo interesse? Abbiamo delle piattaforme anonime di segnalazione?
Proviamo a chiedercelo considerando due aspetti della questione:
1. il cosiddetto ‘whistleblowing’, già oggetto di linee guida dell’ANAC (https://www.anticorruzione.it/) nell’ambito di applicazione delle leggi sull’anticorruzione. Avete provato a digitare ‘wistleblowing’ nella stringa di ricerca del sito web del Maeci, oppure nella Maenet?
Ops…. La ricerca non ha prodotto risultati! Volendo fare un esempio, senza andare troppo lontano, troverete un link apposito nella sezione TRASPARENZA del sito Ufficiale dell’Agenzia Italiana di Cooperazione allo Sviluppo (www.aics.gov.it).
2. Il contrasto alle molestie, violenze e sfruttamento sessuale sul posto di lavoro, con particolare riferimento alla violenza contro le donne.
Dalla Manet sappiamo che : “Il Comitato Unico di Garanzia” del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale è stato costituito nel 2011 – in base alle linee guida della Presidenza del Consiglio dei Ministri – e svolge le funzioni precedentemente attribuite ai Comitati per le Pari Opportunità e ai Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing. Fra le materie di osservazione del Comitato parità e pari opportunità, tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, violenza morale e psicologica, discriminazione relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione e alla lingua, ottimizzazione della produttività del lavoro attraverso il benessere organizzativo.”
Quante/i tra di noi, in presenza di abuso, violenza o sfruttamento sessuale sul posto di lavoro, se la sentirebbero di mandare un’e-mail allo sportello d’ascolto????