PRECURSORI E VISIONARI NOI DI FLP!
C’era una volta un’idea, che diventa oggi realtà.
Era il lontano 2017 quando questo sindacato attraverso i volantini più letti al MAECI, dopo l’attuazione del sistema di valutazione del personale da parte dei superiori, propose il rovescio della medaglia, ovvero la valutazione dei dirigenti fatta dai dipendenti, qualcuno reagì con dei risolini, come se fosse un’idea sciocca e irrealizzabile, qualcun altro sembrava voler rispondere: “vi piacerebbe eh?”.
Reazioni ingenue: eravamo solo avanti coi tempi, come sempre, modestamente, precursori e visionari noi di FLP.
Infatti dopo 6 anni ecco che finalmente il Ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo firma la direttiva sulla misurazione e valutazione della performance dei dipendenti pubblici. Valorizzazione del merito e delle persone, nel loro contesto organizzativo, a partire dal livello dirigenziale: perché anche chi tiene le redini possa essere valutato da persona diversa dal superiore gerarchico (compiacente), e l’elemento fondamentale della valutazione della classe dirigenziale riguarda “le capacità di esercitare la propria leadership” , di “superare gli schemi consolidati” e di saper utilizzare i propri collaboratori collocandoli nella postazione che più si confà alle loro inclinazioni, dove in poche parole possano dare il meglio di sé stessi e quindi rendere il massimo.
Il dirigente dovrebbe valorizzare al meglio i suoi collaboratori per farli crescere e portarli ad alti risultati. Ecco, così dovrebbe essere organizzato un ufficio, in modo che ogni elemento possa esprimere al meglio il proprio potenziale, in un circuito virtuoso promosso dal capo ufficio.
Il Ministro Zangrillo, come riportato da una delle maggiori agenzie di stampa, ha affermato: “Quando si misura il merito di una persona non si esprime una valutazione valoriale sulla persona, ma si declina il suo profilo di competenze, di esperienze, il suo potenziale”.
Quindi, valutare il merito significa misurare la capacità che abbiamo di esprimere i nostri talenti, le nostre virtù; significa individuare le aree di miglioramento, in fin dei conti significa impegnarsi a fare crescere le persone, che si traduce nel creare valore pubblico.”
Perciò basta con le retrocessioni del punteggio ogni volta che si cambia ufficio (movimento estero o interno): se un individuo è da “cento” vi pare che cambiando ufficio gli si debba abbassare la valutazione della performance???
Che conclusione trarre, dunque, del dirigente che dispone di collaboratori che dopo anni riportano sempre lo stesso punteggio?
Lo dirà la valutazione da parte dei suoi collaboratori.
Ci permettiamo inoltre di suggerire al Ministro Zangrillo, di intervenire anche sulla creazione di formule di salvaguardia in favore dei dipendenti, contro certe valutazione che a volte risentono più dello stato di “sympatheia” che di altro.
Alla nostra classe dirigente chiediamo di rendersi disponibili a farsi valutare, sperando che con qualche escamotage non riescano a sottrarsi a questa innovazione, che non porta a sminuire il potere di indirizzo del superiore gerarchico, bensì rappresenta un’opportunità di miglioramento per tutti.
Roma, 05/12/2023
LA SEGRETERIA