NUOVO CONTRATTO INTEGRATIVOVECCHI PROBLEMI IRRISOLTI ANCORA NON CI SIAMO !
Mercoledì, 14 settembre, è andato in scena il primo incontro con l’Amministrazione relativamente al Contratto Collettivo Integrativo del MAECI.
L’approccio dell’Amministrazione è stato del tipo “quello che chiede il nuovo CCNL noi lo abbiamo pionieristicamente sviluppato già nel 2016”. In buona sostanza l’esercizio dovrebbe tramutarsi in un semplice cambio di nomenclatura e definizione di “mansioni”.
Noi la vediamo in maniera diversa. Proprio quell’introduzione del 2016 ha prodotto storture e abusi di potere, ingiustificabili e inaccettabili, e la discussione dovrebbe proprio cercare di sanare e regolarizzare queste distorsioni, anziché continuare complicisticamente a permetterle.
Ma andiamo con ordine.
La prima cosa che dovremmo comprendere è cosa sia per noi il CCNL e cosa sia per noi il DPR 18.
Il CCNL è lo strumento che determina gli aspetti della vita professionale e, tra i principali, vi sono senza dubbio il livello giuridico, il profilo professionale, gli emolumenti, le ferie, la malattia, e via discorrendo.
Se riflettiamo su quale sia l’identikit del dipendente degli Esteri, seppur la becera riforma dell’ISE abbia complicato le cose, pensiamo inevitabilmente a una figura proiettata prevalentemente verso l’estero (seppur non manchino casi di colleghi che stazionino spesso o sempre a Roma). E osserviamo che gli aspetti della vita professionale di cui sopra sono determinati non dal CCNL ma da altro. Quando prestiamo servizio all’estero il livello giuridico, il profilo professionale, l’ISE, le ferie, la malattia sono regolati dal DPR 18.
Seppur nel CCNL vi sia impresso il nome del Ministero degli Affari Esteri, questi di fatto non vi appartiene, riconducendo le funzioni di CCNL al DPR 18. E i due non si incastrano tra loro minimamente.
Il problema principale, infatti, è: come si fa a conciliare un CCNL che non prevede livelli e profili quando il DPR 18 li prevede e ben definiti? Il “profilo unico”, adottato già dal 2016, ha mostrato molto bene negli anni il suo volto negativo. Se i portatori d’acqua esaltavano la possibilità per i colleghi di mettersi in gioco con altro profilo, ricordiamo che da sempre i colleghi avevano questa possibilità; sono tanti i casi, da sempre, di colleghi candidati per altro profilo. Anche il “lato positivo” del profilo unico che permetterebbe la candidatura per livelli superiori, mostra il rovescio della medaglia. Siamo a conoscenza di molti colleghi apicali che, pur di prestare servizio all’estero, si sono visti costretti a candidarsi su posti funzione anche fino a due livelli inferiore. Come siamo anche a conoscenza che alcuni di costoro hanno fatto o faranno domanda di rientro a Roma perché stanchi di questa ingrata situazione.
La differenza tra il prima e il dopo, è chi decide quale funzione svolgere. Prima era il collega a decidere verso quale profilo dedicare la propria attività professionale. Ora è il Capo Missione che lo decide! E spesso aggiunge incarico su incarico, in un contesto già non semplice data la carenza di personale e l’accumulo delle pratiche.
Vogliamo chiarire una cosa: il profilo unico esiste solo a Roma e non all’estero! Il CCNL, infatti, non può intervenire sul DPR 18, il quale stabilisce che il personale viene inviato all’estero da Roma su un preciso posto funzione, sia nel livello giuridico che nel profilo e che quella ben precisa funzione deve svolgere. E per quella precisa funzione viene remunerato. Non per altre.
L’abuso di potere perpetrato dai Capi Missione ha determinato, di fatto, la reale occupazione anche di due posti funzione. Se questo deve essere, per motivi emergenziali, che allora si determini un riconoscimento economico adeguato e aggiuntivo all’ISE per compensare l’incarico multiplo. L’alternativa è inserire nel Contratto Integrativo, a caratteri cubitali, che l’assegnazione viene fatta da Roma e che questa deve essere rispettata.
Conveniamo con l’Amministrazione che, nei casi di Sede rimasta con il solo Capo Missione e una sola Area Funzionale si debba coscienziosamente procedere con la divisione dei “compiti”. E’ ampiamente ragionevole. Ma la condivisione non dovrebbe limitarsi ai soli oneri, ma estesa anche agli onori. Debbono, in quel caso, dividersi anche l’ISE! La riteniamo un’ottima idea che andrebbe percorsa sin da subito, in attesa di una disposizione regolamentaria definitiva.
Continuare a trovare soluzioni tampone anziché affrontare concretamente i problemi alla radice, ha già dimostrato non essere risolutivo, anzi cronicizza. La situazione estera dal 2016 è soltanto peggiorata. Una soluzione ci sarebbe. E, sinceramente, non comprendiamo l’ostracismo di determinate sigle sindacali, dato che porterebbe SOLO cambiamenti positivi alla nostra categoria e migliore funzionalità della macchina ministeriale: UN CCNL SEPARATO!
Sembrerebbe superfluo citarne i vantaggi, ma lo (ri)facciamo.
Un CCNL più mirato ed elaborato in modo da integrarsi con il DPR 18, rendendolo nel tempo sempre attuale nelle molteplici realtà estere.
Permetterebbe nuove assunzioni facilitate, poiché fuori dal contesto generale della PA e delle relative autorizzazioni.
Da non trascurare anche gli aumenti stipendiali, possibili solo separatamente senza l’attuale implicazione di qualche milione di lavoratori della PA, che rende pressoché impossibile tale finanziamento.
Un CCNL che potrebbe prevedere, finalmente, una vera e propria carriera anche per le AAFF.
Ritornando sul tema oggetto della riunione, ci sono vari punti ancora da approfondire che porteremo nei prossimi incontri e che andranno ben chiariti.
Tra questi, il DPR 18 per ora non si tocca nonostante le avvisaglie, se non in uno spirito di costruttiva e positiva collaborazione con le OO.SS..
Per concludere, abbiamo voluto chiarire all’Amministrazione che le “linee guida” per i Contratti Integrativi fornite ai Sindacati, pur ringraziando, risultano essere carte prive di valore, essendo queste emanate dal governo per le pubbliche amministrazioni e non per i Sindacati (che hanno le loro linee guida) e, in aggiunta, emanate da un governo dimissionario che terminerà il suo mandato tra pochi giorni.
Roma, 21 settembre 2022
LA SEGRETERIA