NON È CERTO CHE TUTTO SIA CERTO
Sappiamo tutti che autorizzare la fruizione del congedo ordinario prima della sua naturale maturazione sia una facoltà e non un obbligo del datore di lavoro.
Del pari, sappiamo anche che il dipendente può richiedere il godimento di tale congedo anche se verosimilmente non potrà contestarne l’eventuale diniego.
Ciò premesso, forse a causa della scarsità di personale che ancora resiste all’estero, da svariate sedi ci arriva la segnalazione per cui l’Amministrazione farebbe ora ricorso ad una nuova “furbata” per strizzare le carni (invero malconce e ridotte all’osso) di chi ancora, eroicamente, resiste sul fronte estero.
Sembrerebbe infatti che in alcune sedi il personale sia stato invitato a non richiedere la fruizione del congedo non maturato in modo che risulti chiaro, seppur non esplicito, che non sarà il dirigente responsabile ad assumersi la responsabilità di negarne la fruizione quanto, al contrario, sarà stato proprio quel fantozziano dipendente (e quanno ce vo’ ce vo’…) a non vedersi riconosciuta manco la facoltà di richiederne il godimento!
Sembrerebbe inoltre che alcuni Capi Missione, paladini impropri di un erario italiano troppo spesso saccheggiato per sostenere spese velleitarie se non superflue, portino a giustificazione di tale prassi la leggenda metropolitana secondo cui – nel caso potenziale, remoto ed eventuale, un dipendente decadesse dal servizio estero e fosse necessario recuperare economicamente i giorni di congedo fruiti ma non maturati – le operazioni amministrative di compensazione tra dare ed avere (nonostante il sostanzioso TFR dovuto al dipendente e sul quale si potrebbe intervenire) non sarebbero particolarmente agevoli.
Nel gestire l’ordinarietà globale dei piani ferie di una sede estera si farebbe cioè riferimento ad ipotesi straordinarie, potenziali tanto quanto incerte, di singoli decadimenti dalla sede di servizio!
Si gestirebbe cioè la banale ordinarietà nel timore della straordinarietà, palesando atteggiamenti arroganti ed ingessati, altamente deresponsabilizzanti della nostra dirigenza!!
Ciò chiarito, segnaliamo che la FLP Affari Esteri ha chiesto all’Amministrazione di fornire il riferimento normativo al limite posto invitando l’interlocutore a dimostrare di saper governare le trite e ritrite “esigenze di servizio” evitando di utilizzarle, ancora una volta, a giustificazione delle prevaricazioni che perpetua sui dipendenti e sui loro diritti anche alle mere istanze!
LE ESIGENZE DI SERVIZIO: QUELLE CHE GIUSTIFICANO PERFINO L’AFFERMAZIONE CHE LA TERRA SIA PIATTA!