PIÙ MANSIONI, PIÙ RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE E, QUINDI, ANCHE PIÙ MONEY

Cari colleghi,

per opportuna informazione e coinvolgimento, vi comunichiamo che in data 5 novembre u.s., abbiamo ufficialmente chiesto all’Amministrazione l’apertura di un tavolo di confronto sull’annoso problema degli accumuli di competenze, incarichi e mansioni, aggravio di prestazioni che deviano dalle mansioni dei profili professionali di riferimento, spesso anche superiori, che vengono riversati sulle Aree Funzionali, soprattutto, all’estero.

Sono sempre più numerosi i casi in cui vengono affidate unilateralmente, ossia senza l’accordo con gli interessati, le mansioni previste su più posti funzione presenti nella Sede estera, come detto anche per mansioni superiori.

Seppur la Legge escluda la plurima assegnazione di posti funzione, la stessa nel contempo non consentirebbe l’assegnazione plurima delle mansioni, salvo che per brevi periodi transitori (ad esempio, per la sostituzione per ferie o malattia del “titolare”, o vacanza temporanea del posto funzione in attesa della nuova copertura).

Sanno, tutte le AAFF, che la sostituzione non è per nulla temporanea. Ma che, troppo spesso, si protrae nell’arco di un lungo periodo fino a diventare definitiva: “Non c’è niente di più definitivo del provvisorio”. E questo, la Legge non lo contempla.

Occorre porvi rimedio.

Abbiamo chiesto, pertanto, l’apertura del tavolo di confronto affinché si giunga finalmente a sanare tale grossolana anomalia, innanzitutto attraverso un adeguato riconoscimento professionale e, di conseguenza, una maggiorazione dell’ISE proporzionale agli incarichi sopraggiunti.

Ben consci che la normativa stabilisca che nessun onere aggiuntivo può essere previsto nello svolgimento delle “proprie” funzioni, la stessa è fumosa nella determinazione di funzioni eccedenti le “proprie” e, pertanto, non può impedirne il riconoscimento degli oneri aggiuntivi.

Senza entrare nel merito dell’utilizzo improprio del profilo unico, ideato (disgraziatamente, aggiungiamo noi) per una funzione di duttilità (una alla volta), e non certo per un suo cumulo, quello che chiediamo è di trovare un compromesso che possa andare incontro, da un lato alle esigenze dell’Amministrazione e dall’altro alle giuste recriminazioni del lavoratore, in termini di sacrificio e di responsabilità.

Del resto, sarebbe giunto il momento per dare seguito alla solenne affermazione dell’ex direttore Sabbatucci, secondo la quale: “Con la riforma del profilo unico, chi più lavorerà, più avrà riconoscimento economico”.

Un primo significativo passo potrebbe consistere nella semplificazione amministrativa al riconoscimento economico delle mansioni superiori: l’accettazione, da parte dell’Amministrazione, previa semplice istanza dell’interessato corredata da idonea documentazione, come previsto dalla normativa, senza la necessità di ricorrere al giudice del lavoro.

10 novembre 2020

La Segreteria