LISTA STRAORDINARIA NON VALE PIU’ LA CANDELA!

Nella riunione del 12 ottobre sono state presentate le assegnazioni della lista straordinaria, annunciate con luci e ombre. E non possiamo che essere concordi.
Alcuni numeri interessanti rendono chiara la situazione:
 posti pubblicizzati: 305
 assegnati: 84 (27.5%)
 per la Terza Area si parla di un 40% di posti assegnati
 per la Seconda Area si parla di un 20% di posti assegnati
 su 4 posti in Santa Sede sono pervenute oltre 50 candidature
Se per la Terza Area l’arrivo dei nuovi assunti ha certamente portato linfa vitale (comunque sempre ben lontani dal 70%-80% dei tempi che furono), la domanda che l’Amministrazione dovrebbe continuare a porsi è: perché la vecchia guardia continua a non far domanda per l’estero?
L’ipotesi “età avanzata” non regge, nel periodo pre-becera-riforma dell’ISE i colleghi “anziani” presentavano le loro candidature fino all’ultimo giorno della loro presenza in servizio, ovvero all’ultimo giorno della loro (non) carriera e chiedevano di poter rimanere in servizio anche oltre la loro età pensionabile. Oggi, invece, ci ritroviamo, oltre ai cronici posti vacanti nelle liste, a un fuggi fuggi che dà luogo a un numero di dimissioni anticipate che mai si era visto prima.
Infatti, una nostra analisi, fatta tempo fa, aveva ben evidenziato la linea spartiacque che coincideva con l’applicazione della riforma, fortemente voluta dall’ex Segretario Generale Belloni.
Sicuramente i numerosi pensionamenti, senza ricambio generazionale, hanno contribuito ma è abbastanza evidente che il nostro Ministero non è più così attraente dal punto di vista economico. Lo stipendio “romano” è il più basso nella Pubblica Amministrazione, l’Indennità estera si sta sempre più trasformando in un mero rimborso spese, specialmente per le qualifiche più basse. La frase più ricorrente tra i colleghi insoddisfatti è: “non ne vale più la pena”. E il massimo che fanno è rifugiarsi in Santa Sede, almeno “si sta a casa”.
Ad un ISE che non soddisfa più il sacrificio, si aggiunge un carico di lavoro estenuante dovuto allo svuotamento del personale di ruolo nelle sedi estere.
meno soldi = meno personale = più carichi di lavoro = più sedi vacanti
Se l’estero fosse ancora ambito, con il calar del personale, l’Amministrazione si sarebbe trovata con un altro scenario: piuttosto che avere a che fare con il Sig. Vacante, avrebbe avuto l’onere di decidere quale personale non assegnare all’estero per farlo restare in Farnesina. Non si possono certo svuotare gli Uffici romani. Ma nemmeno le sedi estere!
Se il reale interesse dell’amministrazione fosse stata la prioritaria copertura delle sedi estere, a tutto vantaggio dei connazionali e delle imprese italiane, la politica da attuare sarebbe dovuta essere di segno completamente opposto, ovvero, l’amministrazione avrebbe dovuto incentivare concretamente la mobilità del personale da Roma verso le sedi estere.
E’ opportuno, dunque, che l’Amministrazione si ponga delle domande, ma ancor più opportuno che si dia le doverose risposte.
Anche alla luce delle non poche dimissioni in Terza Area tra i nuovi assunti – altro fenomeno nuovo alla Farnesina. Come anche le molte rinunce nel presentarsi alle prove orali per il concorso di Seconda Area. Tutti segnali che inducono ad una riflessione: la Farnesina non è più ambita, non è più competitiva.
Avendo avuto modo di parlare con i nuovi assunti in Terza Area, non abbiamo potuto fare a meno di notare il loro livello di professionalità, molto “skillato” e spesso proveniente da formazione internazionale e con alle spalle già precedenti esperienze internazionali sia a livello dell’Unione Europea che anche presso istituzioni pubbliche dei maggiori Paesi europei. Stiamo parlando, quindi, di personale ben preparato e che conosce il mondo al di fuori del Grande Raccordo Anulare di Roma.
E già piovono le prime lamentele del tipo: “ma qui non esiste riconoscimento meritocratico”. Cosa rispondergli, se non un “benvenuti al MAECI”.
Il serio rischio, è perdere questi validi colleghi per strutture internazionali più appetibili.
I numeri li hanno.
La nostra richiesta è, in primo luogo, quella di una riforma dell’ISE e poi della Pubblica Amministrazione, con la quale va necessariamente reintrodotta la possibilità di avere, come prospettiva meritocratica, gli avanzamenti in carriera. Dato che l’Amministrazione ha intenzione di metter mano al DPR 18/67 per il discorso dei profili e dei livelli giuridici, la nostra proposta è quella di porre una modifica alla tabella della base stipendiale per il calcolo dell’ISE, eliminando la rovinosa decurtazione del 20%, per ripristinarne l’originario valore. Le modifiche “economiche” al DPR 18/67, come abbiamo notato anche recentemente, l’Amministrazione quando vuole le realizza e in pochissimo tempo. Siamo certi che già questo risolverebbe il 90% dei problemi.
A questo, aggiungiamo l’urgente necessità di procedure a molte più assunzioni, in contemporanea ad una revisione della pianta organica per riadeguarla quantomeno alle 5.000 unità. E’ lo stesso Ministero della Pubblica Amministrazione che ha disposto tale provvedimento. E dopo anni di immobilismo, è un’occasione che va colta fino in fondo.
E dato il dannoso declino di una Farnesina che è stata in passato il fiore all’occhiello della PA, non dimentichiamo di sollecitare un ricambio degli incarichi per chi ricopre da troppo tempo posti chiave dell’Amministrazione. Legislativamente parlando è corretto.
A buon intenditor poche parole!

Roma, 14 ottobre 2022

LA SEGRETERIA