LA SICUREZZA NAZIONALE…QUESTA SCONOSCIUTA!

 

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Andrea Di Giuseppe
Roma, traffico internazionale di visti per stranieri

Lasciamo alla Magistratura gli esiti delle indagini, ma non possiamo tacere su un argomento, la sicurezza nazionale, che il nostro Sindacato da anni segnala come in seria criticità. Vanno benissimo i numeri, sarà senz’altro motivo di orgoglio (e di cassa) se diventeremo il Paese con il maggior numero di visti Schengen e di passaporti italiani rilasciati, ma occorre ricordare che dietro ogni pratica evasa deve esserci un lavoro fatto bene e non soltanto un numero! Dall’Annuario Statistico 2020 (pre covid) risulta che nell’anno 2019 sono state trattate ben 2.040.175 pratiche di visto, a fronte di un organico di Aree Funzionali all’estero di sole 1.287 unità distribuite in varie funzioni, di cui quella dei visti rappresenta solo una piccola parte. Gli italiani iscritti in anagrafe consolare nel 2019 risultano essere 6.093.729 (ad oggi saliti a 6.506.129). Il personale a contratto locale, invece, risulta essere più del doppio del personale italiano inviato all’estero, ben 2.816 unità.

La FLP Affari Esteri non si è mai tirata indietro nel segnalare, nel corso degli anni, l’anomalia rappresentata dalla poca presenza all’estero di personale italiano inviato dalla Farnesina. Come ha sempre segnalato il potenziale buco alla sicurezza nazionale rappresentato dai numerosi contrattisti a legge locale di cittadinanza straniera, ben ramificati sul territorio, costantemente e per decine di anni. La rotazione del personale è considerata quale misura organizzativa preventiva finalizzata a limitare il consolidarsi di relazioni che possano alimentare dinamiche improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione. Se una delle caratteristiche che distingue il personale di ruolo della Farnesina è proprio il rispetto di questo obbligo di rotazione tra le Sedi, ciò non accade per il numeroso personale locale a contratto. E’ notorio, infatti, come il personale locale a contratto sia un’interfaccia attiva della Sede presso le istituzioni locali, i privati, i fornitori, ma anche verso i cittadini locali.

Non si vuole fare la caccia alle streghe, ma non possiamo ignorare che ogni assunzione di personale locale a contratto di cittadinanza straniera, oltre che generare un potenziale pericolo alla sicurezza nazionale, toglie anche una possibilità ad un cittadino italiano, sia residente in loco che, aggiungiamo noi, residente in Italia, la possibilità di uscire dal limbo della disoccupazione e garantire probabilmente una maggior sicurezza.

È giunto forse il momento di rivedere le strategie adottate negli ultimi venti anni e procedere ad un drastico cambiamento. Assumere molto più personale appartenente alle Aree Funzionali presso la Farnesina per una copertura delle Sedi estere molto più capillare. Il personale locale a contratto DEVE possedere la cittadinanza italiana e il bando DEVE essere aperto a tutti gli italiani ovunque abbiano la residenza. E non sarebbe male prevedere anche per loro un meccanismo di movimentazione.

Non ci stupiamo affatto che a seguito di un’indagine svolta da un Parlamentare eletto all’estero, sia emerso un probabile malaffare presso più Sedi. Come anche non vediamo di buon occhio l’utilizzo oramai diffuso dell’Outsorcing, cioè società private dedite alla raccolta delle pratiche di visto. Società straniere locali. Dobbiamo aggiungere altro? Forse è il caso di reintegrare il personale della Farnesina anche per questa funzione.

FLP Affari Esteri non guarda solo alle eventuali responsabilità di Dirigenti della Farnesina e alla metodologia di controllo esercitata da un Ispettorato Generale “di casa” ove il controllore coincide con il controllato, ma anche ai Dirigenti del MEF e della Funziona Pubblica, che da anni hanno intavolato per il MAECI una politica di riduzione dei costi che ha determinato l’odierno preoccupante quadro generale. Sinceramente, non sappiamo dove voglia arrivare il MEF con questi tagli continui che, tra l’altro, hanno determinato la desertificazione delle Sedi estere e tutte le negative conseguenze derivate. Evidentemente non si è soddisfatti che il MAECI sia pressoché a costo zero per lo Stato, evidentemente si vorrebbe anche raggiungere il risultato di passare all’incasso, dove le grandi spese dello Stato italiano, invece, provengono da ben altri Ministeri e Istituzioni, a cominciare proprio dallo stesso MEF, che costa parecchio allo Stato italiano.

Invitiamo la Dirigenza del MEF e della Funzione Pubblica ad un’attenzione maggiore sulla gestione finanziaria del MAECI, ritenendoli i primi responsabili di tutte le disfunzioni che pian piano stanno emergendo a pubblico dominio. È ora di invertire la rotta e di finanziare nella giusta misura la struttura del MAECI, sia per la sicurezza nazionale ma anche per fornire servizi consolari degni, con numeri anche superiori agli attuali se il personale delle AAFF venisse abbondantemente incrementato. Sarebbe in questo modo possibile evadere le centinaia di migliaia di pratiche ancora inevase per mancanza di personale. Queste pratiche “in sospeso” rappresentano, oltre che una grave inadempienza anche un possibile danno all’erario per l’ingente mancato introito delle percezioni consolari.

Che sia anche la classe politica a fare i suoi dovuti passi verso questa oramai inevitabile ristrutturazione della Farnesina.

Roma, 26 settembre 2023

LA SEGRETERIA