Un articolo apparso su Roma Daily News tocca un tema sicuramente di attualità e di interesse,quello riguardante la situazione dei nostri Consolati all’estero. Riteniamo che i dati in possesso del redattore dell’articolo non siano del tutto corretti e fanno sorgere dei dubbi sull’attendibilità delle fonti dallo stesso utilizzate. Ad esempio, le affermazioni relative ai trattamenti economici del personale sono in parte fantasiose e non rispondenti alla realtà. Infatti un Console non raggiunge neanche la somma più bassa indicata mentre i funzionari amministrativi apicali non arrivano neanche alla metà di quest’ultima. Per arrivare a indennità più alte bisogna comprendere eventuali maggiorazioni per coniuge e figli oppure estendere l’esame agli Ambasciatori. C’è da tener conto, in verità, anche delle cosiddette “spese di rappresentanza”, con una rendicontazione forfettaria effettuata dagli stessi percettori, ma in complesso ad appannaggio solo della carriera diplomatica. Inoltre, sostenere che ci sia carenza di personale a contratto vuol dire non avere la più pallida idea di quali siano gli organici e i problemi operativi presenti nelle Sedi. Infatti, la vera carenza è quella del personale amministrativo di ruolo, le cosiddette Aree Funzionali non riguarda solo i nostri Consolati ma tutto il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Gli ultimi venti anni di inopinata gestione da parte della Dirigenza diplomatica, che non ha svolto i necessari concorsi per assumere il personale delle Aree Funzionali in sostituzione dei colleghi che andavano in pensione – perché ha pensato solo a se stessa per assumere ogni anno oltre 30 nuovi diplomatici – , ha determinato nel periodo indicato il più che dimezzamento dell’organico delle Qualifiche Funzionali, da circa cinquemila a poco più di duemila unità. Chi poteva fare molto meglio ,ha pensato di fare Spending Review, assumendo più impiegati locali a contratto che, solo in teoria, costano meno, mantenendo però inalterato l’organico della Carriera diplomatica. Questa scelta ha portato al collasso odierno delle Rappresentanze, svuotate di personale amministrativo di ruolo e gestite, generalmente, da un giovane diplomatico senza esperienza e da un esercito di impiegati locali a contratto che non hanno né l’adeguata preparazione né la posizione giuridica atta ad assumersi le responsabilità previste per le sempre crescenti funzioni da espletare e servizi da erogare ad imprese e connazionali.

Per fortuna, quella inefficace dirigenza è stata sostituita e negli ultimi anni dirigenti più consapevoli hanno fatto marcia indietro e il Ministero ha iniziato nuovamente a bandire concorsi per le Aree Funzionali. Ma la situazione è e rimane estremamente critica e per tornare all’organico di venti anni fa occorrerebbero assunzioni in massa. Il neo Ministro Tajani dovrebbe essere ben informato sulla reale situazione del personale, ma crediamo che qualcuno stia ancora tentando di evitare una sua totale presa di coscienza della situazione. Altro tema è quello delle reali competenze.

Stride vedere che i Consolati sono per lo più diretti da giovani diplomatici alle prime armi, poco interessati alla materia consolare, ma solo obbligati dalla necessita’ di dover espletare una funzione (quella consolare) che permette loro un avanzamento in carriera. Al contrario, Funzionari Amministrativi con decenni di esperienza alle loro spalle vengono continuamente mortificati nella loro acquisita professionalità. Purtroppo, dipende dal fatto che l’unica dirigenza al MAECI che detiene il potere assoluto è quella diplomatica che, ovviamente, Cicero pro domo sua preferisce mantenere posti dirigenziali in favore di giovani diplomatici piuttosto che affidarli a Funzionari amministrativi che hanno alle loro spalle carriere lunghe, impegnative e di grande responsabilità.

E i risultati, purtroppo, si vedono, anzi non si vedono affatto! La soluzione, a nostro avviso, oltre che riportare l’organico delle Aree Funzionali ai livelli di venti anni fa, sarebbe quella di creare all’interno del Ministero due carriere separate, ovvero una carriera diplomatica, preposta alla maggior parte delle Direzioni Generali della Farnesina e delle Ambasciate all’estero, dove vengono trattati temi di politica estera bilaterale e multilaterale e una carriera delle Qualifiche Funzionali specializzata nei temi amministrativi, contabili e consolari affidando a quest’ultima la gestione delle Direzioni Generali in materia Amministrativa e Consolare e la direzione di molte delle Rappresentanze consolari all’estero. Lo strumento giuridico e organizzativo esiste già nel CCNL, si tratta della QUARTA AREA, dove potrebbero confluire molti colleghi con l’esperienza e le capacità atte a gestire le strutture consolari all’estero.

Tale soluzione permetterebbe, da un lato, di garantire che la gestione delle materie amministrative e consolari venga affidata a veri esperti dei due settori e, dall’altro, garantirebbe al suddetto personale quello giusto sbocco in carriera oggi negato da una dirigenza diplomatica che ritiene più proficuo, per se stessa ovviamente, mantenere il potere in tutti i settori del Ministero, piuttosto che distribuire in maniera equa ed efficiente le rispettive responsabilità. I primi a beneficiare di tale inversione di rotta sarebbero proprio i nostri connazionali che potrebbero finalmente contare su Consolati con un organico adeguato e diretti da una dirigenza amministrativa preparata, responsabile e motivata. La si potrebbe definire una rivoluzione copernicana ma, in realtà, si tratterebbe solo di una soluzione innovativa e funzionale capace di dare al sistema Italia l’impulso di modernità di cui ha tanto bisogno e che il Ministro Tajani dovrebbe a nostro avviso prendere davvero sul serio e portare in Parlamento per farla approvare e realizzare.

Roma, 14 dicembre 2022

LA SEGRETERIA