GLI OCCHI CHIUSI
I NUMERI AD OGNI COSTO NON SONO GARANZIA DI BUON SENSO E DI RISPETTO DELLE REGOLE
Riportiamo dalla stampa degli ultimi giorni.
(fonte: Il Tempo) “Il racket internazionale dell’immigrazione clandestina incassa milioni di euro e prova a corrompere i politici italiani. Il parlamentare di Fratelli d’Italia, Andrea Di Giuseppe, ha presentato una denuncia alla Guardia di Finanza che scoperchia il business degli ingressi clandestini da Pakistan, Bangladesh, Filippine e altri Paesi asiatici.
(fonte: Il Giornale) ”Con il mercato dei visti migliaia di irregolari dallo Sri Lanka in Italia. Dopo le carte inedite sul traffico di visti scoperto in Pakistan, che dimostrano come il ministro degli Esteri Luigi di Maio abbia detto il falso in Parlamento sulla sparizione di mille sticker diplomatici dalla cassaforte dell’Ambasciata italiana a Islamabad, al Giornale sono arrivate molte segnalazioni dal nostro personale in giro nel mondo”
Da anni la FLP Affari Esteri sostiene che la politica dei visti, ma più in generale dei servizi consolari, fondata sul fare numeri ad ogni costo, non funziona e risulta foriera di pericoli e difficoltà di attuazione, specie per i colleghi all’estero che per rispettare assurde tabelle di marcia, devono operare in condizioni difficili ed in situazioni piene di pericoli, per non parlare della esternalizzazione forzata del servizio visti, che in molti casi rischia di mettere in crisi le più elementari misure di protezione e difesa della sicurezza nazionale.
Negli ultimi anni alcuni dirigenti dell’Amministrazione hanno portato avanti una politica del “fare numeri” senza però adeguare l’organico del personale di ruolo appartenente alle Aree Funzionali, insufficiente per far fronte in maniera certa e sicura a questa crescente richiesta di servizi consolari.
Certamente, questi dirigenti non hanno inteso aumentare i numeri a dispetto della regolarità dei servizi, ci mancherebbe. Ma è molto grave aver sottovalutato l’importanza del giusto numero di risorse del personale di ruolo a fronte dell’aumentato numero dei servizi consolari, tra cui anche quello del rilascio dei visti d’ingresso. Insieme al manifestato orgoglio rispetto all’aumento dei numeri, andava manifestata anche preoccupazione sull’effettiva genuinità di tutto il sistema e sulle conseguenti sofferenze cui sarebbe stato sottoposto il personale sottorganico.
Ricordiamo, infatti, che le pratiche consolari vanno avanti grazie al personale della Aree Funzionali e che a nulla serve la perseverata assunzione di personale a contratto locale, soprattutto di cittadinanza straniera.
Oltre 25 anni fa le Aree Funzionali erano all’incirca 5.000 unità, per far fronte a circa 2 milioni di connazionali. Ad oggi, i connazionali sono triplicati a fronte di un paradossale dimezzamento delle Aree Funzionali, scese fino anche a sole 2.200 unità, dimezzamento alleviato da un aumento degli ultimi due anni grazie alla nuova politica assunzionale portata avanti dal Direttore uscente della DGRI l’Amb. Renato Varriale. A lui dobbiamo la determinazione di aver rivalutato il fondamentale ruolo del personale amministrativo/tecnico del MAECI. Ma siamo ancora lontani da quell’organico necessario e sufficiente per poter far fronte alle richieste dei nostri connazionali e l’avvicendarsi di tale posizione ci preoccupa molto. Auspichiamo continuità negli intenti e pensiamo che la sostituzione dovrebbe essere fatta con chi ha condiviso con lui, all’interno della DGRI, questo progetto di rilancio.
Stesso discorso per i servizi consolari resi ai cittadini stranieri, per la maggioranza legati al rilascio di visti d’ingresso Schengen. I numeri sono aumentati esponenzialmente, ma il personale delle Aree Funzionali, come dicevamo, si è dimezzato. Come si può pretendere di poter fare un lavoro fatto bene con servizi aumentati esponenzialmente e personale così dimezzato?
Vanno bene i numeri, ma i numeri devono essere fatti bene, altrimenti non è buona Amministrazione, andando a discapito della sicurezza nazionale.
Roma, 3 agosto 2023
LA SEGRETERIA