ENCLAVE

Assistiamo ancora una volta a un noto fenomeno di carenza di domande per l’estero, fenomeno che negli anni passati, anche per le politiche suicide della Amministrazione in materia di blocco assunzioni, aveva portato a percentuali disastrose di copertura delle sedi all’estero. Oggi ci ritroviamo, nonostante le assunzioni a confrontarci con questo fenomeno, ma stavolta la criticità riguarda quella che il recente CCI appena firmato definisce come Famiglia per la Promozione culturale, per anni chiamata APC.

I risultati sono deludenti, la ultima lista per i posti di Direttore degli Istituti di cultura, ha visto percentuali negative mai immaginate, un solo posto assegnato su 13, poche candidature e un disastro in termini di politiche del personale.

Appare quantomeno strano che a fronte di tali risultati non si voglia intervenire con misure emergenziali, ovviamente diverse da quelle infauste che hanno portato al profilo unico delle altre famiglie professionali, che non abbiamo mai accettato e condiviso. Ma ci si domanda come mai, per questa che si potrebbe definire un’enclave, la DGRI non intervenga per porre fine alla cogestione con altra Direzione voluta dall’allora Ministro Di Maio, utilizzando lo stesso piglio intransigente che portò alla introduzione del funzionario tutto fare, coltellino svizzero per tutte le occasioni e tutte le funzioni.

La FLP ha formalmente richiesto alla DGRI la revisione delle circolari n.2 e n.6/2017 che regolano per ora le assegnazioni all’estero del personale delle aree funzionali, nonché l’accorpamento in unica lista delle candidature per le varie famiglie di appartenenza regolate dal CCNL e dal CCI di Ministero.

Se l’Italia punta sul soft-power della cultura per la sua politica estera al fine di rendere la sua immagine internazionale uno strumento sempre più efficace di influenza sui temi che considera prioritari, a questo punto e in attesa degli esiti dei concorsi in itinere, per i prossimi anni sembrerebbe che a meno di interventi rivoluzionari, i posti di Direttore all’estero continueranno a restare vacanti…. Ma con quali conseguenze per le politiche di cd. Diplomazia culturale che l’On. Ministro e la Presidente Meloni di certo privilegiano??

Se è vero come è vero che la promozione culturale occupa quindi un ruolo fondamentale nella politica estera del nostro Paese e costituisce uno dei principali strumenti di proiezione esterna e la cultura è un elemento essenziale dell’identità italiana nel mondo e rappresenta un patrimonio materiale e immateriale cui attingere per affrontare le sfide della contemporaneità ( sito MAECI),allora è evidente che si debba intervenire e siamo certi che l’On. Ministro sarà interessato a conoscere i motivi di questa fase calante nella promozione culturale per riprendere per i capelli, un patrimonio di esperienze. Si tratta di Professionalità che a nostro avviso possono essere attinte ove necessario anche da altre famiglie professionali del MAECI, come peraltro già avvenuto con la introduzione del profilo unico, per ovviare alle vacanze negli IIC.

Restiamo alla finestra con occhio attento all’evolversi della situazione, poiché sembra giunta l’ora di adottare interventi e riforme non più rinviabili, per il Paese e il buon funzionamento della Farnesina.

La grande politica è quella delle risoluzioni audaci. La piccola, quella delle dichiarazioni stravaganti. (Cavour)

Roma 21.3.24