ANNI RUGGENTI 26 milioni di dollari: l’Italia mette comodo l’ambasciatore Onu
il nostro lungimirante Ministero, pare abbia acquistato da poco una lussuosa dimora per la bellezza di 26 milioni di dollari a Manhattan (equivalente al costo di tre combat tank M1 Abrams), nel prestigioso Upper East Side, come dimora del rappresentante pro tempore all’Onu.
Una “residenza unifamiliare” su cinque piani situata nell’elegante quartiere Carnegie Hill, a due passi da Central Park, grande mille metri quadrati che includono: cinque camere da letto, due terrazze esterne separate, due palestre, otto bagni, un bagno turco e una sauna, cinque camini e una cucina del maggiordomo in aggiunta alla principale da grande chef.
Che dire? in tempi di crisi come quelli d’oggi sembra di tornare alle illusorie fascinazioni dei passati Roaring Twenties, dove le differenze sociali si accentuavano mentre pochi Grandi Gatsby acquistavano mansions, molti altri si preparavano alle durezze della vita che la grande depressione avrebbe di lì a poco portato nelle case.
Se da un alto, si può concordare in termini di principio sul cambio di passo della nostra amministrazione, che sembra aver intrapreso la strada degli investimenti immobiliari, abbandonando le lunghe stagioni d’amore per le locazioni a prezzi esorbitanti a carico dell’Erario, ai tempi d’oggi, mantenere due immobili di grande pregio comprati a caro prezzo e di cui uno presto vuoto, ( se volete i dettagli leggetevi l’articolo qui segnalato 26 milioni di dollari: l’Italia mette comodo l’ambasciatore Onu – Il Fatto Quotidiano) sembra una operazione che dovrebbe richiedere approfondite valutazioni.
La domanda allora è questa, ma allora… i soldi ci sono quando si cercano bene tra le pieghe del bilancio?
Un esempio. Sarà interessante capire dove finiranno i fondi indicati nella Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativo che rialloca al Ministero degli affari esteri le somme (non ancora spese) per il sostegno alle forze armate e di sicurezza afghane, finalità non più attuale dopo la conclusione della presenza internazionale. Le somme, versate alla NATO e al Programma Onu per lo sviluppo (UNDP) in applicazione dei provvedimenti di autorizzazione alla partecipazione a missioni internazionali, sono riassegnate al MAECI per incrementare le dotazioni finanziarie della rete diplomatica e consolare, e ne chiederemo dettagliato resoconto.
Quindi se quando vogliono, i soldi li trovano ……………. perché invece non pensare a finanziare anche progressioni economiche per tutto il personale con fondi del MAECI e non solo con i nostri soldi di quello che era il vecchio FUA per dirla in soldoni, a fronte di aumenti indiscriminati dei prezzi, senza aumenti stipendiali di rilievo, con retribuzioni sotto la soglia europea e ferme da venti anni, nel frattempo il restante personale diplomatico del Ministero, si è fatto di recente rinnovare un nuovo ricco contratto pubblico, le cui voci stipendiali ancora non sono ancora note (ne faremo attentissima disamina appena reso pubblico).
Perché non restituire il maltolto della Indennità di Amministrazione ai colleghi all’estero? Perché questo? Perché quello? Perché ancora ? Sarebbero tanti i perché, ognuno di noi ne avrebbe troppi da porre.
Intervenire con strumenti quali gli avanzamenti economici sarebbe stata cosa buona e giusta, ma purtroppo la realtà è assai diversa e le distanze dal restante personale diplomatico in termini retributivi si fanno sempre più ampie, se poi a questo aggiungiamo la lunga serie di benefits, specie all’estero di cui essi godono, vedi quanto sopra pubblicato dalla stampa, la distanza sembra incolmabile! Chiudiamo con una massima dello scomparso signor Mao Tse-tung : Grande è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente!